Un buon avvocato deve essere dotato di un valido background culturale ed umano che lo aiuti nella piena conoscenza della società contemporanea. Questa è la solida base sulla quale sviluppare una continua e mai sazia formazione giuridica, sia teorica che pratica: la sola conoscenza dei codici non è sufficiente.
Il primo approccio al “caso” si ha con l’incontro con il cliente. Questo confronto è di fondamentale importanza e, pertanto, va affrontato con scrupolo. Si deve tendere ad una proficua e profonda alchimia tra le conoscenze del professionista e le esigenze del cliente, nel pieno rispetto delle norme di legge e delle norme deontologiche che regolano la professione.
Queste ultime impongono di non consigliare la proposizione di azioni in mala fede, ovvero infondate e/o ingiuste, così come quelle inutilmente gravose per il cliente o solamente vessatorie per la controparte.
L’avvocato ha anche l’espresso obbligo di fornire adeguata informazione sulle caratteristiche della controversia, sulla importanza dell’attività professionale da svolgere, sulle iniziative da assumere, sulle possibili soluzioni e sugli eventuali risvolti. Dovere di informazione che riguarda anche i costi che dovranno essere affrontati e le eventuali alternative procedurali e stragiudiziali.
Solo successivamente può essere affrontata e costruita la strategia difensiva tesa all’ottenimento del risultato desiderato, prospettato e condiviso.
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